L’imperatore Ottone III nell’anno 996 confermò al vescovo di Concordia Pennone i diritti della sede vescovile su un vasto territorio compreso fra i fiumi Tagliamento e Livenza.
Fra i vari rivi e fiumi che scorrevano in quella terra ricoperta di boschi sono nominati anche i corsi d’acqua del nostro territorio: Lemene, Loncon, Reghena, Taù, Acqua nera, Lison. Nasce il Lison poco sopra Cinto Caomaggiore, attraversa Pradipozzo e Lison e si getta nel Loncon.
Nulla sappiamo del periodo antecedente, anche se pare confermata la presenza romana: uno dei più celebri bronzetti del Museo Nazionale Concordiese di Portogruaro, la Diana Cacciatrice, fu rinvenuto infatti a Lison, in località Bosco Acquanera, durante i lavori di bonifica nel 1926.
Durante il periodo patriarcale e anche in quello veneziano Lison dipendeva civilmente dal castello di Medusa, mentre religiosamente era soggetta all’abbazia di Summaga.
Nel 1563 il cardinale Ranuccio Farnese, abate commendatario, decise lo smembramento della chiesa di Lison dalla matrice, riservando il diritto di elezione del parroco alla famiglia veneziana del ricco mercante di stoffe Gaspare Giovanni Dolzoni. Fu proprio questi, che a Lison possedeva vaste proprietà, che l’anno seguente fece costruire la chiesa parrocchiale, consacrata il 24 giugno 1565.
All’interno due dipinti di scuola bassanesca – una Crocifissione e S. Giovanni Battista con S. Girolamo – e un affresco raffigurante il Battesimo di Cristo della bottega dell’Amalteo.
Sia i dipinti sia l’affresco sono incorniciati da tre arcate marmoree finemente lavorate, con iscrizioni in greco, risalenti al V – VI secolo e provenienti dall’area di Costantinopoli, quasi certamente portate a Lison dalla stessa famiglia veneziana dei Dolzoni.
A Lison, ancora nel secolo XV, secondo la testimonianza del patrizio veneziano Marco Corsaro, esistevano "molti boschi". Di queste vaste estensioni oggi sono rimasti soltanto circa sei ettari, il bosco del merlo, non comune esempio di bosco planiziale, all’interno del quale è stato predisposto un sentiero ginnico-naturalistico.
Ma il nome di Lison è oggi noto anche in Europa e altri Paesi grazie soprattutto al vino. Numerose e qualificate aziende agricole, grazie alla speciale composizione del terreno e alla successiva sapiente lavorazione, producono infatti vini di gran pregio, sia bianchi sia rossi, ai quali fin dal 1985 è stata riconosciuta la Denominazione di Origine Controllata (D.O.C.) col nome di "Lison-Pramaggiore".
Attualmente la comunità di Lison è formata da n. 529 abitanti.