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05-03-2005 |
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ville venete villa's Villa da Ponte ora Vergerio, Cadoneghe (PD) www.villadaponte.it Villa Grimani Valmarana, Noventa Padovana (PD) www.fondazionevalmarana.it Villa Labia Tommasini, Veggiano (PD) www.villatommasini.it Villa Selvatico, Codiverno di Vigonza (PD) Villa Zaborra - Castello di San Pelagio, Due Carrare (PD) Castel Noarna, Noarna di Nogaredo (TN) www.castelnoarna.com CastelBrando, Cison di Valmarino (TV) www.castelbrando.it Castello di Roncade, Roncade (TV) www.castellodironcade.com Villa Corner Della Regina, Vedelago (TV) www.villacorner.it Villa Gradenigo, Lancenigo (TV) Villa Manin, Passariano-Codroipo (UD) Villa Allegri, Oriago di Mira (VE) it.geocities.com/villaallegri Villa Barchessa Valmarana, Mira (VE) www.villavalmarana.net Villa Cabrini "alle Statue" Moore, Mirano (VE) www.villamoore.com Villa Gidoni-Sorgato-Bregolin, Mirano (VE) www.villagidoni.it Villa Rizzi Albarea, Pianiga (VE) www.villa-albarea.com Villa Ca' Sette, Bassano del Grappa (VI) www.ca-sette.it Villa Manzoni Valcasara, Sarego (VI) www.villamanzonivalcasara.it Villa Saraceno, Agugliaro (VI) www.landmarktrust.co.uk Villa Soranzo Conestabile, Scorzè (VE) www.villasoranzo.it Villa Manzoni, Sarego (VI) www.villamanzonisarego.it Villa Brà, Bonferraro (VR) www.villabra.com Oggi purtroppo, dato l'enorme numero di visitatori, è possibile visitare solo in parte questo gioiello universale: questo sito ne permette una conoscenza completa e svela i significati religiosi che non sono immediatamente percepibili dal visitatore. La fruizione dei contenuti è coadiuvata dalla presenza di animazioni appositamente concepite e realizzate che forniscono un quadro complessivo della dislocazione e suddivisione del patrimonio musivo e nella sezione "Basilica Virtuale", itinerari tematici, viste panoramiche di ambienti attualmente non aperti al pubblico ed una riproduzione interattiva 3D dell'intero complesso della Basilica; il tutto corredato da materiale fotografico dedicato e commentato. La Basilica: funzione politica e religiosa San Marco è il massimo monumento della città, tempio di
vita civile, oltre che di fede religiosa, testimonianza della grandezza
di Venezia. Nel 1807 San Marco diventa la sede del Patriarca di Venezia e cattedrale cittadina chiudendo così il suo millennio di storia ducale.Venezia e l'Oriente Le sponde dell'Adriatico sono da sempre legate da intensi traffici marittimi.
Il legame tra Venezia e Bisanzio darà vita ad una produzione artistica
ricca e variegata, con il contributo di artisti orientali greci e dalmati,
fino al primo Quattrocento. Se le casate antiche e antichissime avevano addirittura attivamente contribuito alla costituzione degli originari lotti fondiari allungati e profondi lungo le sponde del Canal Grande realizzando contestualmente la prima grande serie di case-fondaco duecentesche sulle sponde della magnifica via d'acqua, era stato con la stagione splendente e rampante del gotico veneziano che si erano viste crescere lungo tutto il tre e quattrocento e addirittura oltre le immense moli fiammeggianti e policrome dell'architettura archiarcuta. Spetta però all'architettura rinascimentale riproporre e ideologizzare il ruolo e la forma dell'abitare moderno e classico, riportando anche a Venezia gli ordini e le regole di un'architettura che s'ispirava a Roma antica non meno che a quella moderna: Sansovino e Sanmicheli ne erano stati sotto molti aspetti gli interpreti e i diffusori sin dal medio cinquecento, operando altresì quella sorta di strappo rispetto alla sostanziale continuità del linguaggio architettonico lagunare che innesterà la serrata dialettica tra regole e licenza destinata a perpetuarsi per almeno tre secoli e che avrà solo nella discussa stagione neoclassica il proprio approdo definitivo. Il palazzo monumentale e marmoreo, affacciato su un sito nobile e panoramico, contrapposto alla ferialità della vita quotidiana (ancorché non si disdegnassero i commerci entro un così elevato contesto, né la concessione di parti della dimora padronale in affitto ad altri nobili o borghesi ricavandone laute pigioni) era certamente il più riconoscibile e inequivoco tra i segni che potevano annunciare il conseguimento di uno status: e non erano al contempo rari i casi nei quali le ambizioni - trasformatesi in ossessioni brucianti e in smanie di autopromozione o di autocelebrazione - si rivelavano superiori alle possibilità effettive, così che la costruzione del palazzo di famiglia veniva a coincidere con il disastro economico della stessa. L'acquisto del primo lotto edilizio fu, anche per i Grassi, l'esordio su un palcoscenico di tal genere, insieme immobiliare e culturale, d'investimenti e d'immagine. La mossa successiva vede l'acquisto di un complesso di proprietà Michiel contiguo al lotto Trivellini; si tratta di una realtà sfrangiata e incompiuta, dominata dallo spezzone di un palazzo di notevoli dimensioni che è possibile osservare in più raffigurazioni, dove però si trovano ancora alcune minuscole entità e addirittura dei manufatti in legno: l'acquisto è del 1737. Altre e minori proprietà s'aggiungono nel 1738 e, poi, fino ai primissimi anni quaranta: il lotto messo insieme dai Grassi è cresciuto tanto da garantire una buona fronte sul Canale e sul campo e una altrettanto soddisfacente profondità; vi sono, insomma, tutte le premesse perché l'impresa maggiore possa decollare. Ma è opportuno, infine, annotare come probabile l'inglobamento delle preesistenze nell'edificio nuovo: non è da escludere, infatti, che la grande ala dell'incompiuto palazzo dei Michiel abbia costituito un significativo punto d'appoggio strutturale e dimensionale per il palazzo dei Grassi. Ragioni di economia e la diffusissima pratica del recupero (specie per le fondazioni) nelle costruzioni veneziane spingono a valutare come ben credibile una siffatta ipotesi: gli stessi riscontri di misura e d'orientamenti non la smentiscono, tutt'altro. Perduto l'archivio privato dei Grassi, non vi sono carte che provino in termini inoppugnabili la paternità del progetto del palazzo. La letteratura artistica ha sempre parlato di Giorgio Massari (a partire dal Moschini, 1805) né vi sono ragioni per dubitare di una tale autorevole testimonianza; le stesse scelte linguistiche che qualificano la mole depongono a favore di una tale attribuzione. Semmai si sottolineerà che il Massari nello stesso giro d'anni lavora anche, di fronte al Grassi, a completare e ampliare il palazzo appena acquistato dai Rezzonico e lasciato incompiuto dai committenti originari, i Bon, così che non ci si può sottrarre alla tentazione di rimarcare coincidenze e divergenze nelle scelte e nel metodo di lavoro dell'architetto di qua e di là del Canale. Riepilogando a questo punto fatti e documenti, diremo che, completato l'acquisto del fondo, si attiva il cantiere per i tagliapietra nel 1745; nel 1748 si sta scavando alle fondazioni; nel 1758 muore Angelo Grassi, committente, a detta del Gradenigo, del "nuovo, bel palazzo sopra Canal Grande a S. Samuele"; nel 1766 il palazzo subisce, a lavori in corso, un ampliamento; nel 1767 viene rifatta e ampliata la riva d'acqua principale; nel 1772, alla morte di Paolo Grassi, uno dei figli del primo committente, l'edificio è presumibilmente terminato. In un quarto di secolo circa, e senza gravi interruzioni nell'attività
del cantiere la grande mole del palazzo dei Grassi sarebbe stata condotta
a compimento: la sostanziale unitarietà della fabbrica viene ad
avvalorare una tale supposizione; le aggiunte e i rifacimenti (la riva
sul Canal Grande, soprattutto; un aggiustamento forse ampliamento nella
parte nord del fabbricato che potrebbe aver coinvolto anche la struttura
dello scalone monumentale; forse una soprelevazione) nulla tolgono alla
compattezza e organicità dell'insieme e, una volta ancora, il nome
di Giorgio Massari quale progettista trova una convincente conferma. Caserecci alla Portofino Cozze e gamberi Filetto di rombo alle piccole verdure Gnocchi di zucca e crema di montasio Pasticcio di verdure Polenta, che passione Il saorSpaghetti alle vongole veraci Tagliolini all'uovo Zuppa di radicchio Castagnole Frittelle e galani Tagliatelle alle cappesante Mousse di zabaione Sampietro e scampi alla Carlina
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